Secondo recenti studi il virus Zika non colpisce solo il cervello del feto ma tende a colpire anche quello degli adulti. In che modo? Attraverso un’azione aggressiva che danneggia le cellule celebrali, in particolare quelle delle memoria e della conoscenza.
Il team di ricercatori americani, diretti da Joseph Gleeson della Rockfeller University, ha pubblicato sulla rivista Cell Stem Cell questi dati dopo aver osservato gli effetti del virus Zika sui topi-cavie. Nel frattempo i casi di persone malate di Zika continuano ad aumentare anche in Europa. Chi risulta colpito dal virus lo ha contratto durante un viaggio in zone e aree dove Zika si è manifestato e diffuso. Oltre a questi casi se ne aggiungono altri relativi a trasmissione sessuale, riscontrati in Francia, Germania e anche in Italia. I casi fin’ora registrati in Italia sono 61, tutti derivanti da viaggi compiuti all’estero nelle zone in cui Zika è presente.
Tornando alla ricerca degli studiosi americani, Joseph Gleenson spiega: “E’ la prima ricerca a osservare gli effetti dell’infezione da Zika sul cervello adulto. Sulla base dei nostri risultati possiamo dire che l’infezione non è così innocua come si pensava”. Mentre un altro ricercatore, Sujan Shresta, osserva: “Zika può entrare nel cervello degli adulti e portare devastazione, anche se la maggior parte di chi viene infettato raramente mostra sintomi. L’effetto del virus sugli adulti può essere più sottile, e ora sappiamo cosa cercare”.
Secondo i ricercatori, le persone che godono di buona salute solitamente riescono a prevenire l’infezione. Ma chi ha un sistema immunitario indebolito potrebbe essere facilmente vulnerabile al virus e potrebbe riportare danni alla memoria o mostrare sintomi depressivi. “In alcuni casi il virus potrebbe teoricamente avere un impatto sulla memoria a lungo termine o sul rischio di depressione – conclude Joseph G. Gleeson -, ma non esistono strumenti per testare gli effetti a lungo termine di Zika sulle popolazioni di cellule staminali adulte”.