Ogni anno scegliere il luogo dove passare le vacanze è sempre abbastanza difficile, perché si deve tener conto di tanti fattori: il periodo e la durata delle ferie, i mezzi a disposizione, i gusti di ogni componente della famiglia, l’eventuale disponibilità di una seconda casa, ecc. Le difficoltà crescono quando nella famiglia c’è una persona che ha particolari problemi di salute, in questo caso è bene scegliere con attenzione la destinazione.
Secondo Mannuccio Mannucci, ricercatore e professore emerito dell’Università Statale di Milano, per anni e fino al 2015 direttore scientifico del Policlinico del capoluogo lombardo, vanno seguite alcune regole nella scelta delle mete per le vacanze.
Per coloro che soffrono di ipertensione, spiega Mannucci, è consigliabile un posto al caldo, perché “la vasodilatazione fa diminuire la pressione e potrebbe essere necessario in alcuni casi un lieve ritocco al ribasso delle dosi dei farmaci. Il clima deve essere caldo ma non troppo e si dovrà ovviamente evitare l’esposizione nelle ore più assolate”. Anche la montagna può andar bene, ma “non bisogna esagerare con l’altezza, perché qui la pressione aumenta (e di conseguenza va misurata sempre e va valutata in caso una diminuzione dei farmaci). Fino a 1.000-1.200 metri va bene, evitando in generale gli sbalzi eccessivi, il passaggio troppo repentino a un’altezza superiore. In funivia dunque è bene fare attenzione ai capogiri, una ‘spia’ da monitorare”.
I diabetici non devono mai dimenticare gli strumenti terapeutici e devono evitare i climi estremi. Prosegue Mannucci informando che “l’unico problema è il cambiamento di regime alimentare a cui si va incontro in estate. La terapia resta fissa, e il paziente è già un esperto che normalmente misura la propria glicemia. Deve continuare a farlo e, non avendo bisogno di assistenza sanitaria particolare, può andare ovunque”.
Per gli asmatici la prima cosa da considerare per selezionare la meta per le vacanze sono i pollini. “Perciò – dice Mannucci – andrebbero evitati prati e fiori, e quindi la montagna, dove la primavera è tardiva e i pollini possono essere ancora presenti a luglio e agosto. Sono più utili climi secchi e temperati, caldi ma non troppo. Va poi evitato il freddo – e le intemperie – soprattutto per chi ha la Bpco, perché peggiora i sintomi”.
Per chi soffre di scompenso cardiaco la collina è l’ideale, “ma nella scelta della meta, va considerata prima di tutto la vicinanza a un ospedale di rilievo. Perché con questa condizione patologica l’eventualità di un ricovero acuto ci può essere” continua Mannucci. “I climi estremi non sono vantaggiosi, meglio dunque il mare più blando e la collina che è proprio il massimo, rispetto all’alta montagna”. Altra cautela riguarda gli sforzi eccessivi. “I pazienti con scompenso cardiaco non devono stare inerti, ma eviterei salite ripide e fatiche esagerate”.
Il sole “è utile per chi è alle prese con la psoriasi – aggiunge Mannucci – l’esposizione è benefica per questa patologia, tanto che una delle terapie per questi pazienti è rappresentata proprio dalle lampade solari”. Le vacanze estive sono il periodo migliore da sfruttare per chi soffre di psoriasi.
Per i reumatici e artrosici “meglio climi secchi, tenui e non estremi”, spiega ancora l’esperto di Medicina interna. Mentre cosa devono fare gli anziani? “Mai esagerare con gli sforzi e scegliere sempre località a portata di ospedale, se non si vuole rischiare in qualche posto sperduto di essere prelevati da un elicottero per essere trasportati in pronto soccorso. Certo se l’80enne vacanziero è quello che si definisce oggi un anziano ‘fit’ si può abbassare un pò la guardia e concedersi maggiore libertà nelle scelte”.
La donna in gravidanza, continua Mannucci, “non ha particolari preclusioni”, a parte, da quest’anno, evitare i Paesi a rischio Zika (dove peraltro adesso è in corso una stagione più fredda). “L’unico ragionamento che farei è quello della vicinanza a un ospedale che vanta una casistica superiore ai 500 parti”, dice lo specialista.
E poi ci sono malattie importanti come l’emofilia, la talassemia, la fibrosi cistica, le distrofie muscolari. “Questi pazienti, anche giovani, sanno curarsi meglio degli altri – rassicura lo specialista – e sanno già come equipaggiarsi. Certo eviterei avventure come l’Africa e il trekking in Nepal. Ma come in tutti gli altri casi è il grado di salute che fa la differenza. Un over 70 corre più rischi di ammalarsi e forse, prima di partire, farebbe bene a pensare a una forma di assicurazione per l’assistenza sanitaria in viaggio, di quelle che prevedono anche il trasporto in patria in caso di problematiche di salute”.