Gli incidenti domestici sono molto comuni: secondo i dati Istat, nel 2014 quasi 700 mila persone hanno dichiarato di essere state vittime di un incidente domestico. In particolare durante i tre mesi precedenti al sondaggio più di una persona su due è stata vittima di una caduta, il 20,2% si è ferito, mentre il 13% ha denunciato un’ustione.
In media sono le donne che tra le mura domestiche rischiano maggiormente l’ustione con oggetti di uso quotidiano (ferro da stiro, pentole, fornello, forno, piastra per capelli). Le ustioni sono delle lesioni procurate quando i tessuti corporei vengono a contatto con una fonte eccessiva di calore. Si può parlare di ustioni di 1°, 2° o 3° grado (quest’ultime sono le più gravi). Nella valutazione dell’entità dell’ustione si tiene conto di diversi parametri: profondità, estensione, età del paziente e l’adeguatezza delle terapie effettuate.
Cosa fare in caso di ustione? Quando capita di toccare una pentola bollente, il forno o di urtare involontariamente la piastra del ferro da stiro, la lesione risultante è di solito di grado variabile tra 1° e 3°. La prima cosa da fare è raffreddare l’ustione con acqua corrente, per almeno 15-20 minuti e poi non lasciare mai la lesione scoperta, ma coprirla con una medicazione asciutta e pulita. Non si dovrebbero utilizzare neppure medicazioni topiche fino a quando non si valuta esattamente il grado dell’ustione con l’aiuto del proprio medico. Di solito nelle ustioni di 2° grado di può notare la formazione di bolle (chiamate flittene), che dovrebbero essere lasciate intatte per almeno le prime 72 h successive all’incidente e poi incise con bisturi o comunque con materiale sterile dal personale sanitario competente.
I rimedi “della nonna” possono funzionare in caso di ustione? Strofinare la cipolla nella parte ustionata, usare una patata cruda e fredda per dare sollievo o della buccia di banana sono rimedi, in realtà, che non hanno alcuna evidenza scientifica. Addirittura alcuni di essi, a base di sostanze oleose, potrebbero essere addirittura controproducenti, in quanto, determinando una sorta di pellicola isolante sulla lesione, impediscono la diffusione del calore, che può continuare perciò a svolgere la sua azione lesiva sui tessuti. Pertanto, la gestione delle ustioni da caldo deve prevedere solo l’immediato uso di acqua corrente fredda sulla parte ustionata per circa un quarto d’ora; questa operazione ha il duplice scopo di ridurre da una parte la temperatura in sede di ustione, limitando così l’azione lesiva del calore, e di attenuare dall’altra il dolore. Non è indicato l’uso di ghiaccio, come suggerito da altri “rimedi casalinghi”. È sempre importante che poi ogni ustione venga valutata da un medico.