Pazienti chiedono test genetici.
Per identificare ‘mutazione Jolie’, contro cui è in arrivo una nuova terapia
Un “mostro” che provoca più di 140 mila morti l’anno. Nel mondo circa 250 mila donne si ammalano di tumore ovarico e nel nostro Paese rientra tra le prime 5 cause di morte per cancro tra le donne fino ai 70 anni quasi 5 mila solo in Italia.
La mutazione del gene Brca, di cui è affetta anche Angelina Jolie, aumenta vertiginosamente le chance di ammalarsi e la gravità della patologia, si stima sia presente nel 15-25% delle pazienti con tumore ovarico.
I test genetici sono fondamentali per identificare precocemente il tumore e modificare la prognosi della malattia. Non solo permettono alle donne di accedere a terapie mirate, ma hanno anche un valore diagnostico importante.
Una diagnosi precoce porterebbe invece a un aumento delle possibilità di sopravvivenza, diagnosticando un tumore in uno stadio iniziale ed è ancora confinato alle ovaie, il 90% delle pazienti ha probabilità di sopravvivere per più di cinque anni, invece quando la diagnosi viene fatta in stadio avanzato, le possibilità si riducono fino al 27%. E’ in arrivo in Italia uno nuovo farmaco (olaparib), presentato oggi a Roma, la prima target therapy approvata per il trattamento di mantenimento delle pazienti con tumore ovarico in stadio avanzato positivo alla mutazione Brca.
È diritto di tutti curarsi, anche se la propria patologia è rara. Oggi nell’affrontare e curare un tumore non si ragiona più in termini di speranza di vita, ma di qualità di vita del paziente. Da qui nasce la volontà di incoraggiare, anche con incentivi quali ‘scientific advice’ gratuito o ‘protocol assistance’, lo sviluppo di farmaci per malattie rare”.