Ortoressia: che cos’è?
Mangiare sano è una delle azioni più importanti per la salute delle persone, ma quando diventa estremo può trasformarsi in disturbo. Quando si inizia a desiderare di mangiare sano, in modo ossessivo-compulsivo, allora si può parlare di una patologia, chiamata Ortoressia. Studi recenti diffusi dal Ministero della Salute affermano che oltre 3 milioni di italiani presentano disturbi alimentari e di questi circa il 15% soffrono di ortoressia, in misura maggiore gli uomini (11,3%) rispetto alle donne (3,9%).
Come riconoscere l’ortoressia?
Steven Bratman, fondatore del termine e conoscitore del problema, ha rilevato tra i comportamenti tipici dell’ortoressia: spendere più di 3 ore al giorno a pensare al cibo, sentirsi in colpa nel momento in cui non si segue la dieta, sentirsi padroni di se stessi solo se si mangia nel modo ritenuto corretto. L’ossessione principale riguarda la qualità del cibo ingerito piuttosto che la quantità, per questo motivo l’ortoressia è differente da altre patologie come l’Anoressia o la Bulimia.
Le fissazioni più comuni sono:
– pianificare i pasti (78%) dedicando il week end a cucinare per la settimana successiva e cercando di evitare alimenti ricchi di sale, zucchero o geneticamente modificati
– trascorrere molto tempo al supermercato per la scelta dei cibi (75%)
– pensare ossessivamente al cibo (71%).
La persona che soffre di questo tipo di patologia, solitamente non riconosce di essere malato, ma si crede di essere una persona sanissima. Ma la dieta restrittiva che si impone lo porta all’isolamento sociale. Per questo motivo curare l’ortoressia non è un’impresa semplice.