Le Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali,comprendono la colite ulcerosa, il morbo di Crohn e le cosiddette “coliti indeterminate”. interessano elettivamente il grosso intestino (rettocolite ulcerosa) o qualsiasi tratto del tubo digerente, dalla bocca all’ano (morbo di Crohn).
Esistono diversi tipi di malattie infiammatorie intestinali, come ad esempio la colite ischemica e quella linfocitica, ma il morbo di Crohn e la colite ulcerosa rappresentano di gran lunga le affezioni più comuni.
Negli ultimi 10 anni la diagnosi di nuovi casi e il numero di ammalati sono aumentati di circa 20 volte.
Sono malattie “idiopatiche” ovvero a causa sconosciuta, mentre l’evoluzione delle stesse è considerata autoimmune; probabilmente, sostenuto da una predisposizione genetica, ma non ereditaria.
Recentemente è stato individuato un gene chiamato NOD2 che, se mutato, rende più suscettibili alla malattia di Crohn. Tra i fattori ambientali il più importante è il fumo che, curiosamente, predispone al Malattia di Crohn ma sembra essere protettivo nei confronti della rettocolite ulcerosa.
Nonostante l’aggettivo croniche, le manifestazioni delle malattie infiammatorie intestinali non sono uniformi ma tipicamente contrassegnate da periodi di remissione e recidive. I sintomi più comuni che le accompagnano sono: dolore addominale, vomito, diarrea, flatulenza, sangue nelle feci, abbondante presenza di muco negli escrementi, stimolo frequente all’evacuazione con senso di incompleto svuotamento intestinale (tenesmo) e perdita di peso. Le variazioni anche importanti dell’alvo creano in molti casi problemi di adattamento e finiscono con l’influenzare relazioni sociali ed attività lavorativa. Ad ogni modo, tutti questi sintomi non sono esclusivi delle malattie infiammatorie intestinali, ma comuni a varie condizioni – non necessariamente morbose – che interessano l’intestino (colite spastica, colite da stress, alterazioni della flora microbica ecc).
Attualmente non esiste un protocollo terapeutico standardizzato ed universalmente efficace; nelle fasi acute generalmente vengono impiegati i più potenti farmaci antinfiammatori esistenti in terapia, i cortisonici, che devono però essere assunti soltanto per brevi periodi di tempo.
Premesso che, al momento, non esiste prova della correlazione tra tipo di alimentazione e comparsa di colite ulcerosa o malattia di Crohn, proviamo a valutare come variare la dieta per prevenire le recidive e dare sollievo ai sintomi intestinali.
Premessa fondamentale ad ogni tipo di dieta, e nel caso di pazienti malati di malattie intestinali non è un’eccezione, è la pianificazione di una alimentazione completa ed equilibrata.
Molti pazienti addirittura non necessitano di alcun aggiustamento della dieta, perché in grado di tollerare adeguatamente ogni tipo di cibo. Soggetti più sensibili trovano invece sollievo da una dieta più leggera e povera di fibre, evitando anche in particolar modo gli alimenti piccanti.
Evitare cibi ricchi di fibre significa limitare il consumo di frutta e verdura, noci ed in generale derivati dei cereali integrali; molto spesso, per compensare eventuali carenze vitaminiche dovute alla limitazione di frutta e verdura, vengono consigliati integratori polivitaminici.
Il riso è meglio digerito di patate e pane, il cui consumo deve essere moderato. al pari di legumi secchi e funghi.
L’intolleranza al lattosio è abbastanza comune nei pazienti con Crohn e colite, per cui le persone con queste malattie dovrebbero limitare il più possibile l’assunzione di latti e latticini. Nei pazienti che lo tollerano, il latte e i prodotti che lo contengono sono una buona fonte di sostanze nutritive tale da incoraggiarne il consumo.