Mangiare legumi biologici 3-4 volte alla settimana significa ridurre l’incidenza delle malattie cardiovascolari e di molte patologie degenerative
I legumi ricchi di proteine, sali minerali, vitamina B1 e micronutrienti, rappresentano una fonte nutrizionale eccezionale per la dieta umana, sono economici all’acquisto, usano relativamente poca acqua rispetto ad altre fonti di proteine. Costituiscono una valida ed economica alternativa alla carne e sono ampiamente diffusi in molte culture alimentari” ed “oltre ai noti valori nutrizionali. Hanno anche la caratteristica di essere senza glutine.
A basso contenuto di grassi e ricchi di sostanze nutritive e di fibra solubile, i legumi sono considerati eccellenti per la gestione del colesterolo e per la salute dell’apparato digerente, e il loro alto contenuto di ferro e zinco li rende un alimento importante per la lotta contro l’anemia di donne e bambini. Sono un ingrediente fondamentale di diete salutari per affrontare l’obesità e per prevenire e gestire malattie croniche come il diabete, i disturbi coronarici e il cancro.
Il direttore generale del Centro internazionale per la Ricerca agricola nelle Zone Aride, Mahmoud Solh, ha sottolineato come i legumi sono parti vitali di una dieta sana e un cibo fondamentale nelle emergenze alimentari: “Somministrando per 60 giorni lenticchie ricche di ferro a bambini dello Sri Lanka, si è registrato un miglioramento del 90 per cento dei loro valori ematici, dimostrando la notevole efficacia dei legumi nell’affrontare problematiche come l’anemia e la malnutrizione nei paesi in via di sviluppo”.
Oltre che alle persone, i legumi fanno bene anche ai suoli. Infatti possono fissare notevoli quantità di azoto nel terreno, rafforzandone la fertilità e riducendo – di milioni di tonnellate a livello globale – la necessità di aggiungere nutrienti alle colture. Per esempio i fagioli possono aggiungere fino a 70 Kg di azoto per ettaro.
Per le loro proprietà salutari e ambientali i legumi hanno ottime potenzialità anche nei paesi ricchi. Michele Pisante, del Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria, ha sottolineato come alternare legumi alla coltura di cereali può evitare l’utilizzo di 88 kg di azoto per ettaro in Europa, dove l’utilizzo di fertilizzanti è alto per gli standard internazionali.