La percentuale di italiani che consulta il web quando ha bisogno di informazioni sulla salute ammonta all’88% e il 44% ritiene che rivolgersi a internet sia poco o per nulla rischioso. Questi sono i risultati di un sondaggio commissionato da Ibsa Foundation for Scientific Research in occasione del workshop che si è svolto a Roma “E-Health: Tra bufale e verità: le due facce della salute in rete”.
Silvia Misiti, direttore della Ibsa Foundation afferma: «Abbiamo condotto questa indagine e promosso il workshop perché riteniamo importante alimentare il dibattito su questo tema ed indagare su ciò che può essere fatto per migliorare la cosiddetta Health Literacy o Cultura della Salute. La nostra Fondazione, che ha lo scopo di promuovere, sostenere e contribuire allo sviluppo della ricerca scientifica, sta lavorando da tempo sul tema della E-Health in generale. A partire dal workshop del 2015 “La salute in rete: progresso o pericolo” fino all’innovativo corso sulla Health Literacy, rivolto ai rappresentati delle associazioni pazienti, che abbiamo organizzato lo scorso autunno. Da queste esperienze è emerso che l’enorme possibilità offerta dalla rete in tema di disponibilità di informazioni può trasformarsi in un pericolo se gli utenti non sono in grado di valutare l’affidabilità di quello che trovano. Questo è tanto più vero quanto più sono delicate le aree oggetto delle ricerche. La decisione di iniziare proprio dalle associazioni pazienti è scaturita dal fatto che rappresentano un anello di congiunzione sempre più prezioso tra il mondo dei medici e le necessità dei pazienti che rappresentano, perché sono fonte di crescita e di supporto per i loro iscritti e per i pazienti in generale, motore di pratiche e sinergie virtuose nello scenario sanitario».
Secondo il sondaggio effettuato risulta che la fascia d’età 24-34 anni utilizza il web come supporto alle loro ricerche ma con maggiore diffidenza rispetto alla fascia d’età 45-54 anni. Coloro che non usano proprio il web sono gli ultra 65enni. Inoltre emerge una scarsa attenzione verso le fonti: il 44% si affida per abitudine ai primi risultati della pagina. Una maggiore consapevolezza dei rischi connessi all’uso della rete e migliori competenze di base sulla salute in generale potrebbero invece contribuire a responsabilizzare gli utenti del web a partire da una riflessione sulle fonti.
E’ stato stilato in occasione del workshop il primo decalogo sulla Health Literacy, nel quale sono riportati consigli pratici per imparare a difendersi dalle informazioni incomplete o false che circolano nel web. La prima regola fondamentale è “Occhio alle fonti”: privilegiare le pagine ufficiali di organizzazioni riconosciute e affidabili.
Il decalogo è stato elaborato per essere utilizzato da tutti – cittadini e pazienti – ma può essere strumento particolarmente utile ad alcune categorie di persone, come ad esempio gli anziani e i giovani genitori che, alle prese con le tante problematiche che si incontrano nei primi anni di vita di un bambino- dall’allattamento allo svezzamento fino ai vaccini e alle malattie infettive- si rivolgono al web alla ricerca di informazioni e di consigli.