Il 29 settembre è la Giornata mondiale del cuore e per questa occasione anche in Italia sono numerose le iniziative dedicate allo scompenso cardiaco. In molte delle città italiane sia medici che volontari parteciperanno a incontri per spiegare come capire i sintomi della malattia e quali sono le buone pratiche di prevenzione.
Il presidente dell’Associazione italiana scompensati cardiaci, Oberdan Vitali, spiega: “Ci impegniamo per aiutare i pazienti ad avere un’aspettativa e una qualità di vita normale, vogliamo insegnargli a riconoscere i sintomi della patologia e far capire che, in una situazione dubbia, la cosa migliore da fare è andare dal medico o in ospedale”.
Lo scompenso cardiaco è una condizione cronica che determina la progressiva incapacità da parte del cuore di pompare il sangue in maniera adeguata in tutto l’organismo. I principali fattori di rischio sono rappresentati dal fumo di sigaretta, dall’ipertensione arteriosa, dalla sedentarietà e dalla convivenza con il diabete di tipo 2.
I dati relativi allo scompenso cardiaco: nel mondo sono circa 23 milioni coloro che ne sono affetti e in Italia ne soffrono oltre un milione di persone. Per gli italiani è la prima causa di ospedalizzazione tra gli over65. In particolare un paziente su 10 non sopravvive al primo ricovero, mentre tre su dieci muoiono entro un anno.
Riconoscere i sintomi dello scompenso cardiaco è importante per intervenire in tempo. Tosse persistente, mani e piedi freddi, caviglie gonfie sono i primi segnali. E’ bene consultare un esperto quando si è molto affaticati dopo aver fatto due rampe di scale o dopo una conversazione di qualche minuto. Per una corretta diagnosi può essere sufficiente anche un elettrocardiogramma. In ogni caso prima si interviene con la terapia, migliori saranno i risultati.