L’attuale epidemia porta con sé un elemento di rischio in più, rispetto ad altri eventi ad essa paragonabili, cioè gli effetti sulla salute mentale. Un articolo pubblicato su JAMA Internal Medicine spiega che le ferite lasciate da epidemie, attentati o disastri naturali del passato, erano legate alle caratteristiche intrinseche a quegli eventi, ma non all’isolamento sociale, come nel caso del COVID19. Le misure adottate per il distanziamento fisico, necessarie ad arginare i contagi, stanno mettendo a dura prova le persone in termini di difficoltà psicologiche a breve e a lungo termine.
I PRECEDENTI: Eventi passati come l’epidemia Zika, attacchi terroristici e disastri naturali sono sempre stati accompagnati dall’aumento di depressione, disturbo da stress post traumatico, abuso di sostanze e violenze domestiche.
GLI EFFETTI OGGI: Ansia e depressione sono destinati ad emergere anche a causa dell’epidemia COVID19, ma non solo per chi ha vissuto in prima persona le relative conseguenze, come i pazienti, le loro famiglie e i medici in corsia. Anche le persone non direttamente interessate dall’infezione stanno avendo ripercussioni psicologiche, a causa degli effetti della solitudine, dell’interruzione di attività basilari come quelle scolastiche e della convivenza forzata in contesti familiari instabili e violenti.
COME INTERVENIRE? Per arginare questi danni si può intervenire su tre fronti. Il primo è assicurarsi che nessuno sia virtualmente solo. E’ possibile sentirsi ancora parte di un contesto sociale organizzato attraverso corsi online, attività sportive o religiose organizzate con la stessa frequenza temporale della normalità. Inoltre è importante avere una routine che preveda occasioni di apprendimento e socializzazione, in particolare per i bambini. Va svolto uno sforzo maggiore nei confronti di quelle persone normalmente più isolate come gli anziani, gli immigrati non inseriti, le persone senza dimora o con disturbi psicologici.
Va intensificato il sistema di sorveglianza e denuncia degli abusi domestici su donne e minori. In particolare le strutture che offrono servizi psicologici andranno potenziate per far fronte all’ondata di disagio psicologico che questa pandemia ha causato e sta causando.