Uno studio realizzato dall’Osservatorio Nutrizionale Grana Padano mette in evidenza lo scarso consumo di alimenti ricchi di iodio e i rischi per la salute, in particolare per il feto e l’accrescimento dei bambini.
I ricercatori hanno esaminato 1.200 interviste (tra le 5.000 realizzate nel 2015 in tutta Italia utilizzando il software online gratuito messo a disposizione da medici, pediatri, dietisti e operatori sanitari) e hanno stimato che circa il 29% della popolazione mondiale sia ancora esposta alla carenza di iodio. Secondo l’analisi emerge che mediamente gli intervistati raggiungono solo 60 microgrammi di iodio giornaliero con gli alimenti, pari a meno della metà della dose consigliata e che solo il 5% degli intervistati raggiunge il fabbisogno quotidiano.
Esiste quindi un grave problema sanitario e sociale in tutto il mondo riguardante la carenza di iodio nella dieta. Anche in Italia circa 6 milioni di persone si ammalano di gozzo (aumento del volume della tiroide causato dalla carenza di iodio), con circa 50 ricoveri ogni 100 mila abitanti.
Lo iodio ha una funzione determinante negli esseri viventi: è il costituente fondamentale degli ormoni tiroidei ed ha quindi un ruolo centrale nello sviluppo, nella crescita e nel mantenimento dell’equilibrio metabolico dell’individuo. Perciò i momenti in cui gli effetti della carenza possono diventare più seri sono la gravidanza e l’infanzia.
La Prof.ssa Michela Barichella, responsabile dell’UO di Dietetica e Nutrizione Clinica ASST Gaetano Pini e membro del Comitato scientifico dell’Osservatorio Nutrizionale Grana Padano, ha dichiarato: “La carenza e l’eccesso di sodio si può risolvere solo promuovendo la corretta ed equilibrata alimentazione che prevede sia un basso consumo di sale, sia il consumo di alimenti ricchi di iodio, che tra le altre cose sono molto buoni”.
Gli alimenti più ricchi di iodio sono i crostacei, i mitili e i pesci di mare. Una porzione (sgombro, cefalo, baccalà, merluzzo) apporta circa 150 microgrammi di iodio. Anche le uova (35 microgrammi di iodio) ne contengono molto, così come lo yogurt (78 mg) e alcuni formaggi (taleggio, Fontina, mediamente contengono 45 mg di iodio, mentre quelli stagionati come provolone, pecorino romano o grana circa mg 38). La carne ne contiene 50 mg per chilo. Anche i vegetali sono poveri di questo minerale la cui quantità dipende da quella contenuta nel terreno. Infine, è importante utilizzare il sale iodato, ma anche a causa della piccola quantità non basta a garantire l’apporto quotidiano di iodio.