Il diabete, per chi è predisposto, si può prevenire o ritardare grazie all’alimentazione e all’attività fisica. Ormai colpisce circa 5 milioni di persone in Italia tra tutti i casi diagnosticati e non.
Numerosi studi fatti da ricercatori della Emory University, negli USA, verificarono che modificando lo stile di vita, in particolare dieta e attività fisica, il rischio risultava inferiore al 29% dello sviluppo di diabete rispetto a quelli che non ci avevano nemmeno provato.
Inoltre il peso era diminuito di 1,5 kg. La meta-analisi ha esaminato anche il ruolo svolto dalla perdita di peso nel ridurre il rischio di diabete, scoprendo che ad ogni chilo perso era associato il 43% di probabilità in meno di svilupparlo. Quindi anche una minima parte di perdita di peso rispetto al peso iniziale può avere un impatto sulla riduzione del rischio di diabete.
Studi come questo sono affidabili per l’ampia casistica esaminata, spiega Francesco Purrello, presidente della Società Italiana di Diabetologia (Sid). Inoltre, prosegue affermando che “bisognerebbe impegnarsi nella promozione dell’attività fisica come strumento di prevenzione e di terapia del diabete.
Oggi, infatti, un medico può prescrivere farmaci o anche una dieta, e con buona probabilità il paziente ne seguirà i consigli. Ma può solo consigliare l’attività fisica, perché non ci sono strutture che lo offrono in convenzione. La conseguenza, come riscontriamo nella pratica clinica, è che fa attività fisica solo chi può permetterselo economicamente. Ma spesso è proprio chi non può permetterselo che ne ha più bisogno, perché presenta anche altri fattori di rischio collegati al diabete, come un basso livello di istruzione e propensione a consumare cibi molto calorici e poco costosi”.