La depressione è una delle malattie più diffuse, con 33 milioni di casi in Europa, masolo un paziente su tre si cura, mentre la metà lo fa in modo inappropriato.
Secondo le stime dell’OMS si calcola che, da qui al 2030, la depressione diventerà la patologia cronica più diffusa. In termini di costi economico-sanitari si stimano 800 miliardi di dollari annui per assistenza terapeutica, e mediamente 21 giorni di lavoro all’anno persi per un lavoratore europeo depresso su dieci.
Il nuovo spiraglio che si apre e che può dare speranze a chi soffre di depressione è un nuovo farmaco: Vortioxetina. Messa a punto dalla ricerca dell’azienda danese Lundbeck, ma la cura può considerarsi made in Italy data la produzione del principio attivo in uno stabilimento di Padova.
Il farmaco, in attesa della pubblicazione sul gazzettino ufficiale, contiene una nuova molecola che agisce anche sulla sfera cognitiva e affettiva. ”La peculiarità della molecola – rileva Giovanni Biggio, professore emerito di neuropsicofarmacologia all’Università degli Studi di Cagliari e Past President della Società Italiana di neuropsicofarmacologia – risiede quindi nella sua capacità di modulare in modo selettivo indiretto la funzione delle sinapsi, ovvero le connessioni neuronali che si attuano nel nostro cervello a livello soprattutto della corteccia cerebrale e dell’ippocampo, che si traduce in un miglioramento del processo cognitivo, in particolar modo dell’apprendimento, ma anche nel segnale di partecipazione alla vita”. Sarà disponibile in farmacia nelle prossime settimane ed è acquistabile con la ricetta di un medico di base.