La lista nera di Coldiretti: dal prezzemolo vietnamita al basilico indiano sulle nostre tavole un concentrato di residui chimici
Coldiretti presenta la ‘Black list dei cibi più contaminati’ sulla base delle analisi condotte dall’Agenziaeuropea per la sicurezza alimentare. Ciò che emerge è la presenza di residui chimici, nella quasi totalità dei campioni (92%), nei broccoli provenienti dalla Cina, inoltre anche il prezzemolo del Vietnam presenta il 78% di irregolarità e il basilico dell’India è fuori norma in ben 6 casi su 10.
“Nella classifica dei prodotti più contaminati elaborata alla Coldiretti ci sono però anche le melagranedall’Egitto che superano i limiti in un caso su tre (33%), ma fuori norma dal Paese africano sono anche l’11% delle fragole e il 5% delle arance che arrivano peraltro in Italia grazie alle agevolazioni all’importazione concesse dall’Unione Europea. Con una presenza di residui chimici irregolari del 21% i pericoli – continua la Coldiretti – vengono anche dal peperoncino della Thailandia e dai piselli del Kenia contaminati in un caso su dieci (10%)”. “I problemi – sottolinea la Coldiretti – riguardano anche la frutta dal Sud America come i meloni e i cocomeri importati dalla Repubblica Dominicana che sono fuori norma nel 14% dei casi per l’impiego di Spinosad e Cypermethrin. E’ risultato irregolare – sottolinea la Coldiretti – il 15% della menta del Marocco, un altro Paese a cui sono state concesse agevolazioni dall’Unione Europea per l’esportazione di arance, clementine, fragole, cetrioli, zucchine, aglio, olio di oliva e pomodori da mensa che hanno messo in ginocchio le produzioni nazionali. L’accordo con il Marocco – precisa la Coldiretti – è fortemente contestato dai produttori agricoli proprio perché nel Paese africano è permesso l’uso di pesticidi pericolosi per la salute che sono vietati in Europa”.
Anche i cibi contraffatti rientrano nella lista nera stilata dalla Coldiretti. “Dalla mozzarella lituana al concentrato pomodoro cinese, ma c’e’ anche l’olio tunisino e il grano canadese nelle quasi due pizze su tre servite in Italia che sono ottenute da un mix di ingredienti provenienti da migliaia di chilometri di distanza senza alcuna indicazione per i consumatori”. Tra i prodotti tarocchi anche l’olio di oliva “Vesuvio” del Sudafrica, la scamorza “Salerno” del Canada o la mozzarella “Capri” degli Stati Uniti. Una realtà che colpisce particolarmente i prodotti base della dieta mediterranea diffusa in tutti i continenti, dalla ‘Pomarola’ del Brasile fino alla ‘Zottarella’ venduta in Germania, ma la pasta tricolore del Sudafrica fino alla pizza ‘Sono bello quatro formaggi’ venduta in Russia. Davvero surreale il kit inglese per la produzione casalinga di Mozzarella Cheese che costa 25 sterline, pari a 30 euro circa. “La mozzarella – si legge nelle istruzioni – non e’ il formaggio più facile da fare e richiede un pò di pratica per perfezionare l’operazione di estensione della cagliata. Se i vostri primi due tentativi sono deludenti – si puntualizza – non fatevi scoraggiare. Sarete ricompensatì”.
L’agricoltura italiana – conclude – è la piu’ green d’Europa con 281 prodotti a denominazione di origine (Dop/Igp), il divieto all’utilizzo degli Ogm e il maggior numero di aziende biologiche, ma è anche al vertice della sicurezza alimentare mondiale con il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari (0,4%), quota inferiore di quasi 4 volte rispetto alla media europea (1,4%) e di quasi 20 volte quella dei prodotti extracomunitari (7,5%).