La celiachia è una infiammazione cronica dell’intestino tenue, scatenata dall’ingestione di glutine in soggetti geneticamente predisposti.
E’ un’infiammazione cronica autoimmune dell’intestino tenueprovocata da un’intolleranza al glutine.
Le persone affette da celiachia sono intolleranti al glutine, una proteina contenuta nel grano, nell’orzo e nella segale. Il glutine si trova principalmente negli alimenti, ma se ne trovano tracce anche nei prodotti di uso comune come ifarmaci, integratori, burro cacao…
Quando le persone affette da celiachia assumono alimenti o usano prodotti che contengono glutine, il loro sistema immunitario reagisce danneggiando o distruggendo i villi intestinali, le piccole protuberanze a forma di dito che costituiscono la mucosa intestinale. I villi, di solito, consentono l’assorbimento delle sostanze nutritive che attraversando la parete dell’intestino tenue vanno a finire nel sangue. Se i villi non funzionano bene la persona manifesta sintomi da malnutrizione, anche se apparentemente si alimenta con regolarità.
Il glutine è la frazione proteica alcool-solubile di alcuni cereali, quali frumento, orzo e segale.
La Celiachia è caratterizzata da un quadro clinico variabilissimo, che va dalla diarrea profusa con marcato dimagrimento, a sintomi extraintestinali, alla associazione con altre malattie autoimmuni. A differenza delle allergie al grano, la Celiachia e la Dermatite Erpetiforme non sono indotte dal contatto epidermico con il glutine, ma esclusivamente dalla sua ingestione. La Celiachia non trattata può portare a complicanze anche drammatiche, come il linfoma intestinale.
Colpisce in tutto il mondo: all’inizio si pensava che fosse una malattia infantile rara, ma ora si è appurato che è una malattia genetica piuttosto frequente. Negli Stati Uniti più di 2 milioni di persone sono affette da morbo celiaco, circa una su 133. Tra le persone che hanno un parente di primo grado (genitore, fratello o figlio) a cui è stata diagnosticata la celiachia, più di una su 22 potrebbe essere colpita dalla malattia.
La diagnosi di celiachia si effettua mediante analisi del sangue che individuano specifici anticorpi, e biopsia dell’intestino tenue con il prelievo di un frammento di tessuto, che serve a determinare attraverso l’esame istologico lo stato dei villi intestinali. Una volta ricevuta la diagnosi definitiva, in Italia il paziente celiaco ha diritto, attraverso il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e fino a un tetto massimo di spesa, all’erogazione gratuita dei prodotti dietetici senza glutine.
ESISTE UNA CURA?
No. Attualmente la dieta senza glutineè l’unica terapia disponibile per la celiachia, e va rispettata rigorosamente per tutta la vita. Inoltre è necessario ridurre il più possibile le contaminazioni, i rischi di “assunzione nascosta” di glutine a causa di comportamenti errati. Vanno quindi evitati tutti i prodotti a base di questi cereali: farine, mix di cereali, pizza, pane, crackers, biscotti, pasta, ecc
CHE DIFFERENZA C’È TRA CELIACHIA E SENSIBILITÀ AL GLUTINE?
I sintomi della sensibilità al glutine sembrerebbero essere nausea, vomito, colon irritabile, alternarsi di diarrea e stipsi, meteorismo, gonfiore intestinale. Anche difficoltà di concentrazione, confusione mentale e sonnolenza sono disturbi potenzialmente ricorrenti nella gluten sensitivity. Questi disagi si manifestano, in genere, nel giro di minuti o poche ore dal consumo dei cibi contenenti cereali.
Allo stato attuale, però, non esiste ancora alcuna prova certa sulla relazione causa-effetto determinata dalla presenza del glutine in questi cereali. Inoltre, la sensibilità al glutine può regredire dopo un periodo di astinenza dal glutine, al contrario della celiachia.
Il glutine si trova non solo nei cereali sopra citati, ma anche nella birra e in tanti altri prodotti dell’industria alimentare. Come creme spalmabili o alcuni formaggi perché viene utilizzato anche come addensante. Oggi però il glutine aggiunto come elemento addensante deve essere segnalato in etichetta. In commercio esiste attualmente una ricca scelta di prodotti da forno (compresa pasta e pizza) nel cui impasto sono state usate farine prive di glutine.
C’è qualche problema se non sono celiaco ma escludo lo stesso il glutine dalla dieta perchè ho letto che fa male?
E’ giusto togliere dalla propri alimentazione il glutine anche se non si è intolleranti ? Il glutine può essere considerato tossico per i non intolleranti?
No. Purtroppo questa è una tendenza di questi ultimi tempi che ha visto il diffondersi di questa consuetudine soprattutto tra i “puristi” dell’alimentazione. Questi vedono nel glutine uno spauracchio da evitare a qualunque costo, rischiando di impoverire la propria alimentazione. Il glutine deve essere eliminato assolutamente dalla dieta degli individui affetti dal morbo celiaco o da una condizione definita di ipersensibilità al glutine. A tutt’oggi non esiste alcuna altra ragione scientifica che giustifichi l’eliminazione del glutine.
Sulla base delle attuali conoscenze scientifiche non è assolutamente consigliabile una dieta senza glutine nei soggetti che non siano celiaci o che non abbiano una condizione di ipersensibilità al glutine. Si rischia di non raggiungere un adeguato apporto di carboidrati complessi, come previsto dal modello alimentare mediterraneo.
Tra una pasta normale e una pasta senza glutine, qual è la più sana?
Sono sane tutte e due. Semplicemente quella con il glutine deve essere evitata da chi ha la celiachia e da chi ha l’ipersensibilità al glutine. Questo perché per loro, ma solo per loro, la pasta glutinata non è “sana”.