La celiachia è una intolleranza alimentare su base autoimmune causata da una reazione impropria dei linfociti T al glutine, un insieme di proteine presenti in alcuni cereali (frumento, farro, kamut, orzo, segale, spelta e triticale). Interessa circa l’1% della popolazione italiana.
Come spiega Umberto Volta, coordinatore del Board Scientifico dell’Associazione italiana celiachia, nelle persone predisposte, a sviluppare la celiachia queste cellule del sistema immunitario liberano una serie di sostanze (citochine), che danneggiano la mucosa intestinale.
Vengono inoltre fatti degli esami molto sensibili con cui si scopre quasi il 98% dei casi di celiachia. Per la conferma della diagnosi è indispensabile fare una biopsia duodenale, con il prelievo di un frammento di tessuto durante la gastroscopia.
Al giorno d’oggi non esiste una terapia per i celiaci e l’unica possibilità è togliere del tutto il glutine dalla dieta.
Inoltre bisogna accertarsi e stare attenti che i cibi non vengano contaminati con altri alimenti a base di farine o addirittura all’uso di posate che magari possono essere a contatto con cibi non consentiti.
Quando si mangia fuori casa è opportuno accertarsi che il ristorante sia presente sul sito internet dell’Associazione italiana celiachia (AIC).
Ecco i numerosi sintomi che possono manifestarsi:
- diarrea
- dolori e gonfiore addominali
- stipsi
- reflusso gastroesofageo
- nausea
- vomito
- afte del cavo orale
Possono essere sintomi anche non gastrointestinali come:
- stanchezza cronica
- anemia
- osteoporosi da causa inspiegabile
- arresto di crescita con bassa statura
- anormalità dello smalto dentale
- alterazioni della sfera ginecologica come menarca tardivo, menopausa precoce e aborto ricorrente
- rialzo degli enzimi epatici, in particolare le transaminasi.