Disturbi dell’alimentazione – BULIMIA NERVOSA
Scopri assieme al nostro Specialista nella Riabilitazione dei Disturbi Alimentari che cos’è la bulimia nervosa.
Cos’è un Disturbo Alimentare?
I Disturbi del Comportamento Alimentare sono dei disturbi caratterizzati da:
– un’alterazione del comportamento alimentare
– una preoccupazione eccessiva per il peso e la forma del corpo
Vengono così definiti dalla classificazione medica:
“I disturbi della nutrizione e dell’alimentazione sono caratterizzati da un persistente disturbo dell’alimentazione o di comportamenti connessi all’alimentazione che determinano un alterato consumo o assorbimento di cibo e che danneggiano significativamente la salute fisica o il funzionamento psicosociale.”(APA, Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders – Fifth Edition, 2013).
Cos’è la Bulimia Nervosa?
La Bulimia Nervosa è una delle principali categorie diagnostiche dei disturbi alimentari riconosciuta dalla classificazione medica accanto a quelle di Anoressia Nervosa, Disturbo da Alimentazione Incontrollata e Altri Disturbi dell’Alimentazione.
Il termine Bulimia deriva dal greco βουλιμία: composto da βου- prefisso intensivo (grande, immenso), forse spiegato dal termine βους (bue) l’animale di maggiore mole che gli antichi greci conoscessero, e dal sostantivo λιμός (fame).
I criteri per la diagnosi medica di questo disturbo alimentare sono i seguenti:
Bulimia Nervosa: criteri diagnostici (DSM-V; 2013) |
1 Ricorrenti abbuffate. Un’abbuffata è caratterizzata da entrambi gli aspetti seguenti:1) Mangiare, in un periodo definito di tempo (ad es. per un periodo di due ore) una quantità di cibo significativamente maggiore di quella che la maggior parte delle persone mangerebbe nello stesso tempo e in circostanze simili. 2) Sensazione di perdere il controllo durante l’episodio (ad es. sensazione di non riuscire a smettere di mangiare o di non controllare cosa o quanto si sta mangiando). 1 Ricorrenti ed inappropriate condotte compensatorie per prevenire l’aumento di peso, come vomito autoindotto, abuso di lassativi, diuretici, enteroclismi o altri farmaci, digiuno o esercizio fisico eccessivo. 2 Le abbuffate e le condotte compensatorie inappropriate si verificano entrambe in media almeno una volta alla settimana per 3 mesi. 3 I livelli di autostima sono indebitamente influenzati dalla forma e dal peso del corpo. 4 Il disturbo non si manifesta esclusivamente nel corso di episodi di anoressia nervosa.
Specificare il sottotipo:
1 Con Condotte di Eliminazione: nell’episodio attuale di Bulimia Nervosa il soggetto ha presentato regolarmente vomito autoindotto o uso inappropriato di lassativi, diuretici o enteroclismi. 2 Senza Condotte di Eliminazione: nell’episodio attuale il soggetto ha utilizzato regolarmente altri comportamenti compensatori inappropriati, quali il digiuno o l’esercizio fisico eccessivo, ma non si dedica regolarmente. |
Chi colpisce?
La Bulimia Nervosa è un disturbo alimentare che ha una maggiore prevalenza nella società occidentale. L’esordio avviene tipicamente nel periodo dell’adolescenza e della prima età adulta: età compresa tra i 12-25 anni con un picco di maggiore frequenza tra i 17-18 anni.
Il disturbo colpisce prevalentemente il sesso femminile.
Diversi studi hanno valutato che circa l’1% delle giovani donne soffre di questo disturbo.
Distribuzione dei disturbi dell’alimentazione-(Fairburn C.G., 2003) | |
Distribuzione nel mondo | Predominanza nelle società occidentali |
Età | Giovani adulti (alcuni adolescenti) |
Sesso | Femmine in modo predominante (percentuale incerta) |
Ceto sociale | Tutte le classi sociali |
Prevalenza | 1% nelle donne tra 16 e 35 anni |
Incidenza (n° nuovi casi anno per 100.000 abitanti) | 29 nelle femmine, 1 nei maschi |
Trend evolutivo | Incremento |
Come capire se si soffre di Bulimia Nervosa?
La Bulimia è più difficile da riconoscere rispetto all’Anoressia Nervosa, perché non si manifesta attraverso una modificazione corporea visibile e significativa.
Le persone con questo problema alimentare sono generalmente normopeso, ma spesso possono presentare anche una condizione di leggero sovrappeso o anche di lieve sottopeso, mentre molto raramente presentano obesità.
Per capire se si soffre di questo problema alimentare devono essere presenti le seguenti caratteristiche:
1 Abbuffate ricorrenti : è presente il consumo di una grande quantità di cibo associato alla sensazione di perdita di controllo ( sull’atto in se di mangiare, sulle quantità, sul fermarsi una volta iniziato) in un determinato lasso di tempo (es. due ore). 2 Comportamenti di compenso: l’abbuffata è seguita dalla messa in atto di condotte compensatorie, ossia comportamenti finalizzati a prevenire l’aumento di peso. Possono essere: – comportamenti eliminativi, come il vomitoautoindotto, l’uso di lassativi e/o di diuretici – comportamenti non eliminativi, come il digiuno o l’eccessivo esercizio fisico. 3 Frequenza: le abbuffate e i comportamenti compensatori devono avvenire almeno 1 volta alla settimana per almeno 3 mesi. 4 Eccessiva preoccupazione per il peso e le forme del corpo:è presente una preoccupazione estrema per il proprio peso e la forma del proprio corpo. I livelli della propria autostima e la valutazione di se stessi varia in base a questi fattori.
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Alcune persone possono non presentare tutte le caratteristiche sopra descritte ma si possono riconoscere nelle forme definite dal DSM-V come “Altri disturbi della nutrizione e dell’alimentazione specificati”, ossia i casi in cui i sintomi caratteristici del disturbo dell’alimentazione causano un significativo disagio o un danno nel funzionamento (sociale, occupazionale o in altre importanti aree) ma non soddisfano i criteri pieni per uno qualsiasi dei disturbi della classe diagnostica dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione.
Nei casi simili alla Bulimia Nervosa è possibile riconoscersi in queste descrizioni:
Bulimia Nervosa (con bassa frequenza e/o durata limitata): tutti i criteri della Bulimia Nervosa risultano soddisfatti, tranne il fatto che le abbuffate e le condotte compensatorie hanno una frequenza media inferiore a una volta a settimana e/o per meno di 3 mesi.
Purging Disorder (Disturbo Purgativo):presenza di condotte eliminatorie ricorrenti, per influenzare il peso o la forma (ad es. vomito autoindotto; abuso di lassativi, diuretici o altri farmaci) in assenza di abbuffate.
Night eating syndrome (Sindrome da alimentazione notturna):ricorrenti episodi di alimentazione notturna o durante i risvegli notturni o consumo eccessivo di cibo dopo il pasto serale. E’ presente consapevolezza e ricordo di tali episodi.
La sindrome non è meglio attribuibile a fattori esterni come un cambiamento nell’individuo del ciclo sonno-veglia o a fattori sociali.
L’alimentazione notturna è associata a stress e/o interferisce con il normale funzionamento dell’individuo.
Tale pattern di comportamenti disfunzionali non deve essere attribuibile alla diagnosi di Disturbo da Alimentazione Incontrollata, ad altri disturbi psichiatrici, ad abuso o dipendenza da sostanze, a
condizioni mediche generali o all’assunzione di farmaci.
Importanza del trattamento.
La presenza di un problema alimentare come la Bulimia Nervosa, soprattutto se protratta nel tempo, danneggia gravemente la qualità di vita delle pazienti e nei casi delle pazienti più giovani anche delle loro famiglie.
La salute fisica viene ulteriormente danneggiata a causa della comparsa, durante il decorso della malattia, di complicanze mediche importanti sino ad arrivare, nei casi più gravi, al rischio di morte (il tasso di mortalità per la Bulimia varia tra 0-2%).
Inoltre vengono danneggiate altre importanti aree della vita:
- il funzionamento psicologico
- le relazioni interpersonali
- la carriera scolastica/lavorativa.
Maggiore è il tempo di malattia non trattata maggiori saranno i danni arrecati alla persona.
Se si sospetta di soffrire di un problema alimentare , allora è bene rivolgersi immediatamente ad uno specialista.
E’ il primo passo per capire cosa vi sta succedendo ed eventualmente quale sia il tipo di cura adatto a voi.
Lo specialista nella riabilitazione dei disturbi alimentari fornisce al paziente un’educazione sulla malattia di cui egli soffre, le motivazioni per cui il disturbo è insorto e si mantiene, le conseguenze che ne derivano e la rieducazione ad una corretta alimentazione ed un corretto stile di vita.
Lo specialista nella riabilitazione dei disturbi alimentari è in grado di svolgere con il paziente un lavoro personalizzato e centrato sulle sue singole esigenze avvalendosi dell’utilizzo di tecniche cognitivo-comportamentali per affrontare i principali problemi derivanti dal disturbo e così superarle fino alla risoluzione del problema.