La balbuzie è un disturbo del linguaggio, caratterizzato da variazioni del ritmo della parola (disfluenze). Il linguaggio diventa difficoltoso per le continue ripetizioni e arresti di parole. Ne sono colpiti circa il 3% dei bambini sotto i 6 anni. In particolare i maschietti sono interessati 4 volte di più rispetto alle bambine.
Ci sono diversi tipi di balbuzie, quali sono?
- Forma cronica: quando si ripete la sillaba
- Forma tonica: quando ci si arresta all’inizio della frase e si allunga la sillaba o il fonema difficile da pronunciare
- Forma mista: quando c’è sia l’allungamento che la ripetizione.
Quali sono i sintomi?
- Ripetizione di sillabe
- Interruzione di parole
- Prolungamento di suoni
- Interiezioni
- Eccessiva tensione fisica quando si pronunciano le parole
- Contrazioni anomale dei muscoli
- Blocchi udibili o silenti
- Sostituzione di parole per evitare parole problematiche
- Ripetizione di intere parole monosillabiche
Quali sono le cause?
Non è un problema legato solo all’emotività. Uno studio americano ha individuato tre geni responsabili del disturbo. Il primo è che le balbuzie hanno una base genetica: il 75% dei bambini che balbettano ha parenti balbuzienti. Il secondo è che i fattori emozionali possono essere una causa scatenante per i soggetti già predisposti. E il terzo è che la difficoltà ad esprimersi aumenta quando i balbuzienti sono sotto pressione comunicativa.
Si può curare questo disturbo?
La diagnosi si può fare dai tre anni di età in poi. Solitamente il pediatra consiglia una visita di uno specialista della cura dei disturbi del linguaggio. Lo specialista indagherà tutti gli aspetti, dalla familiarità a traumi vissuti nel passato, anche quelli avuti durante il parto, fino a eventuali malattie neurologiche. La terapia dura in media dai 6 ai 12 mesi.