Nei social, tra le giovanissime, si racconta la sfida a chi mangia meno, mostra le gambe più esili o le ossa sporgenti. Alcuni tra i più popolari social network avevano già messo al bando nel 2012 oltre una decina di hashtag per incitamento all’ anoressia e alla bulimia, ma il problema continua a sussistere.
I ricercatori del Georgia Institute of Technology hanno rilevato centinaia di varianti lessicali che sfuggono alla censura. Ma i rischi, non sono limitati a questo, anche il ruolo degli influencer è sempre più importante nella diffusione dei parametri estetici irraggiungibili. I media e i social quindi sono una vera minaccia, soprattutto se si tiene conto che in Italia ci sono oltre 3 milioni di persone che soffrono di disturbi alimentari.
Ecco di seguito una guida per l’uso consapevole dei social network:
- Ci si confronta nei social per solitudine. Postare foto di ragazze scheletriche o sfidarsi a chi perde più peso è un comportamento che rivela un problema di base: ci si sente soli e si cercano forme di supporto e confronto.
- Non tutto ciò che si vede nei social è reale. Si sono diffusi sempre di più ideali estetici inaccessibili, aumentando il senso di inadeguatezza e frustrazione tra le donne e gli adolescenti. Si genera quindi un disperato desiderio di emulazione.
- La censura potrebbe sembrare la soluzione più rapida, ma di fatto non lo è. Con la repressione il risultato è nascondere il problema, quindi il disturbo alimentare rimane inalterato.
- Per combattere questo problema bisogna prevenire. Da parte dei genitori è fondamentale riconoscere i primi segnali d’allarme, come: utilizzo di indumenti larghi per nascondere la perdita di peso, iperattività fisica, tendenza a mangiare da soli), e rivolgersi a un medico esperto in anoressia, bulimia e altri disturbi alimentari.