Un piccolo studio fatto su 10 pazienti ha trovato che un trattamento con terapia personalizzata può invertire la perdita di memoria causata dal morbo di Alzheimer. Lo studio, coordinato dal professor Dale Brendesen, è stato condotto su dieci volontari. Questo studio ha rivelato che tutti hanno mostrato miglioramenti nella memoria già nei primi mesi, con effetti che sono aumentati nel corso di un periodo di due anni. Non solo. Alcuni pazienti avevano avuto problemi o avevano dovuto interrompere il loro lavoro prima del trial.
Risultati analoghi sono stati riscontrati anche su un paziente di 69 anni e su una di 49. Il team di Brendesen indica che, per confermare l’efficacia dei trentasei punti, il trattamento terapeutico deve essere testato su un campione indubbiamente superiore di soggetti. Si spera che questo lavoro possa fornire un efficace approccio per l’Alzheimer. Una terapia che è comunque personalizzata e basata su una serie di test per individuare l’approccio più utile per il cervello di ogni singolo paziente. Bredesem giudica i risultati ottenuti “molto incoraggianti”, ma aggiunge che è necessario un trial clinico esteso e controllato per confermarli.
In Italia, più di un milione di persone soffrono di demenza. In tutto il mondo, più di 44 milioni di persone soffrono di demenza, circostanza che rende la malattia una crisi sanitaria globale che deve essere affrontata.
Una diagnosi del morbo di Alzheimer cambia la vita delle persone colpite da questa malattia e anche delle loro famiglie e amici. Informazioni e supporto sono a disposizione di chiunque ne abbia bisogno. Nessuno deve affrontare da solo il morbo di Alzheimer o un altro tipo di demenza.
Malattia di Alzheimer
La demenza di Alzheimer ha, in genere, un inizio subdolo: le persone cominciano a dimenticare alcune cose, per arrivare al punto in cui non riescono più a riconoscere nemmeno i familiari e hanno bisogno di aiuto anche per le attività quotidiane più semplici. Nei pazienti affetti da demenza di Alzheimer si osserva una perdita di cellule nervose nelle aree cerebrali vitali per la memoria e per altre funzioni cognitive. Si riscontra, inoltre, un basso livello di quelle sostanze chimiche, come l’acetilcolina, che lavorano come neurotrasmettitori e sono quindi coinvolte nella comunicazione tra le cellule nervose.
Il decorso della malattia è lento e in media i pazienti possono vivere fino a 8-10 anni dopo la diagnosi della malattia.
La demenza di Alzheimer si manifesta con lievi problemi di memoria, fino a concludersi con grossi danni ai tessuti cerebrali, ma la rapidità con cui i sintomi si acutizzano varia da persona a persona.
La perdita di memoria sconvolge la vita quotidiana.
La speranza è che la migliore comprensione porterà a nuovi trattamenti.