Un italiano su due crede di essere un soggetto a intolleranze o allergie alimentari. Questo è emerso durante il congresso nazionale dell’Aaiito (Associazione degli Allergologi e Immunologi Territoriale e Ospedalieri Italiani), tenuto presso il Palazzo del Consiglio Regionale di Reggio Calabria. L’obiettivo dell’Associazione è quello di informare sulle novità, le scoperte e gli studi fatti nel variegato mondo delle allergie e intolleranze.
Secondo gli studi più recenti le allergie alimentari interessano il 7-8% dei bambini di età inferiore a 3 anni, mentre nell’adulto il 5-6%. Tuttavia, la percezione globale di allergie alimentari nella popolazione generale risulta molto più alta, intorno al 30%.
Il presidente di Aaiito, Beatrice Bilò, spiega: “Quello delle intolleranze alimentari è un problema che risulta sempre più avvertito, spesso in maniera esagerata. Un fenomeno in crescita, con numeri raddoppiati nell’arco di cinque anni. Il problema è che spesso questa percezione, quella di essere intollerante o allergico a qualcosa, non corrisponde a realtà”.
Le donne tra i 40 e i 50 anni sono coloro che si sottopongono più di frequente a controlli. I sintomi sono spesso di difficile interpretazione; problemi intestinali, cefalea, prurito e stanchezza vengono facilmente etichettati come conseguenze delle allergie.
“Quella delle intolleranze è sicuramente una “moda”, sulla quale si concentra la maggioranza degli equivoci a causa della grande disinformazione. ll mercato ovviamente ci lucra, immettendo in commercio strumenti ed esami spesso non attendibili. Sono pochissimi, infatti, quelli che hanno un reale valore scientifico: solo il test per il lattosio e il test per l’intolleranza al glutine sono stati riconosciuti ufficialmente validi. Ed è facile accorgersi dell’approssimazione di questi test: a volte basta ripetere il test dopo pochi giorni per avere valori totalmente opposti” dichiara Antonino Musarra.