Il 21, 22 e 23 Aprile sono le giornate mondiali dell’allattamento.
Allattare al seno è sempre molto consigliato da tutti gli esperti.
Allattare al seno è una pratica sempre molto consigliata da tutti i medici specialisti, soprattutto perché porta enormi benefici e vantaggi sia alla mamma che al bambino. Una scelta importante per la salute del neonato, ma anche per quella della mamma: il latte materno “è più di un semplice alimento”, è infatti il primo alimento del bambino, cruciale per la sua crescita in salute e il suo benessere. È l’alimento ideale non soltanto perché è fornito dalla natura, ma perché è un pasto completo, che non richiede integrazioni di alcun tipo, è sterile e igienico, sempre pronto all’uso, su richiesta del bambino, alla temperatura ideale e con le giuste componenti nutritive.
Il latte materno è ineguagliabile per i bisogni e la crescita dei neonati, tanto che l’OMS e l’Unicef suggeriscono di prolungare l’allattamento al seno a richiesta fino a oltre l’anno del bambino, compatibilmente con le necessità e i desideri di mamma e piccolo. “È il modo più naturale ed efficace per la madre di capire e soddisfare i bisogni del bambino e allo stesso tempo risponde al bisogno intenso del bambino di stare con sua madre”, spiegano gli esperti. Inoltre è un dato ormai condiviso a livello internazionale che l’allattamento al seno riduce l’incidenza e la durata delle gastroenteriti, protegge dalle infezioni respiratorie, riduce il rischio di sviluppare allergie, migliora la vista e lo sviluppo psicomotorio, migliora lo sviluppo intestinale e riduce il rischio di occlusioni. Il latte materno contiene anticorpi che combattono enteriti, otiti, infezioni respiratorie e urinarie: disturbi che generalmente sono più frequenti nei bambini alimentati con latte artificiale.
Vantaggi per la mamma
Anche la mamma può usufruire di molti benefici grazie all’allattamento al seno. Alcuni di questi sono anche a lungo termine, e ci sono diversi studi che sembrano confermarli. Vediamo quali sono i principali:
- allattare al seno aiuta a dimagrire dopo il parto, ritrovando il peso forma: allattare fa bruciare molte calorie, eliminando il peso in eccesso acquistato con la gravidanza
- durante i primi mesi di vita del bambino, allattare accelera il puerperio e il ritorno alla normalità della mamma, grazie alle contrazioni uterine stimolate proprio dal dare il latte
- riduce il rischio di tumore al seno: se si allatta al seno, il rischio di contrarre il cancro si riduce per tutto il periodo fino alla menopausa
- aiuta ad aumentare la produzione del latte, per poterlo conservare e nutrire ancora più a lungo il piccolo
- riduce l’incidenza di cancro alle ovaie: si è stimata una riduzione del 27% del carcinoma ovarico nelle madri che hanno allattato al seno in passato
- allattare al seno provoca il rilascio di endorfine, l’ormone del benessere che aiuta a contrastare disturbi frequenti dopo il parto, come la depressione post partum, o anche la semplice stanchezza e spossatezza
- crea un legame profondo, forte e duraturo tra mamma e bambino
- previene e riduce il rischio di contrarre il diabete prima della menopausa
Inoltre l’allattamento al seno aiuta a ridurre lo stress tossico precoce nei bambini.
Secondo uno studio che ha esaminato circa 2.900 coppie di madri e figli ha rilevato che all’allattamento al seno per un anno corrispondeva ad una migliore salute mentale del bambino. Un effetto benefico che durava fino ai 14 anni di età del figlio. Dunque un effetto positivo a lungo termine dell’allattamento, fino all’adolescenza.
Allattare al seno, tuttavia, non fa bene solo al bambino, ma anche alla mamma. Il legame che si crea tra madre e bebè aiuta anche a prevenire la depressione post partum nella donna.
Gli studiosi hanno dimostrato che la depressione materna ha effetti negativi e a lungo termine sui bambini. Questa patologia, infatti, colpisce la reattività delle madri nei confronti dei figli. Le madri depresse tendono ad allontanarsi, non rispondono ai segnali dei loro bambini, non li stimolano. In questo modo i bambini provano un forte stress, che può avere effetti a lungo termine se vengono cresciuti da una madre, ma anche da un padre, che soffre di depressione cronica.
Allattare al seno: consigli su come farlo bene
L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) raccomanda di allattare al seno i bambini in modo esclusivo fino ad almeno i 6 mesi di vita, perché il latte della mamma è l’alimento migliore per far crescere sani e robusti i neonati. Alcuni consigli per allattare al seno
Non c’è una posizione ideale per allattare al seno, ma è importante scegliere quella più confortevole per la mamma e il neonato. Ecco le posizioni consigliate: classica: è la posizione in cui la mamma è seduta; sdraiata: è la posizione ideale nei primi giorni dopo il parto; a presa da “rugby”: la mamma tiene il suo bambino con il braccio corrispondente al seno che offre, ve lo appoggia sopra in modo che il corpo del bebè risulti perpendicolare al suo. L’importante è che tu sia comoda.
Assicurati che il bambino sia ancorato bene al capezzolo durante la poppata. Nel caso insorgano le ragadi, dopo la poppata massaggia il capezzolo e l’areola con un goccia del tuo latte, mentre per lenire un po’ il dolore, puoi allattare usando un copricapezzolo di gomma.
il bambino comincia subito con l’istinto di ricerca del seno, e appena riesce ad attaccarsi al capezzolo quasi immediatamente mette in atto il riflesso della suzione
la montata lattea, che inizia qualche giorno dopo il parto, viene naturalmente stimolata dalla suzione del bambino
la lattazione vive di tre fasi: il primo latte, il colostro, che già viene emesso durante l’ottavo e nono mese di gravidanza, dà al bambino i primi nutrimenti, arriva poi un latte di transizione, nei 5 o 6 giorni dopo il parto. Poi il latte maturo, l’ultima fase, presenta una composizione con più zuccheri e glucidi e meno proteine e sali minerali rispetto all’inizio
soprattutto le prime volte, potresti sentire dolore ai capezzoli non appena il bambino comincia a succhiare: metti un dito tra la bocca e il capezzolo e ricomincia piano piano
Il dolore dell’allattamento può essere causato anche dalla montata lattea: il seno si indurisce e ti fa sentire dolore. Prova a fare una doccia calda massaggiando delicatamente il seno
Ti consigliamo di svuotarlo completamente dopo la poppata, affinché la mamma non avverta alcun dolore e si rimetta in moto la produzione di latte per la poppata successiva. La soluzione è tenere attaccato il bambino al seno finché non lo svuota completamente. Se questo non è sufficiente, è importante svuotare le mammelle con il tiralatte oppure manualmente. In questo modo è più facile evitare l’ingorgo mammario e la mastite.
Puoi mangiare di tutto, seguendo la tua dieta abituale, in quantità lievemente superiore al solito (sono necessarie circa 500 calorie in più per produrre la quantità di latte che serve al neonato), ma senza eccedere. Devi evitare anche fumo e alcol, per rispetto della tua salute e di quella del tuo bambino.
L’allattamento al seno soddisfa tutte le necessità nutritive e affettive del bambino fino ai 6 mesi di età, dunque sicuramente l’ideale è arrivare a questa tappa. Da questa età in avanti deve iniziare lo svezzamento. La mamma, però, può continuare ad allattare al seno per tutto il tempo desiderato da lei e dal bambino.
Ascoltati. Sentirai dire di tutto: chi ti dirà di allattare per 10 minuti per seno, chi 20, chi di svuotare un seno a poppata. Tranquilla, esiste un consiglio valido per tutte e in tutti i casi: bisogna assecondare le esigenze del bambino e le tue. In pratica, non c’è una regola fissa, bensì mamma e bebè devono trovare il loro equilibrio. Tra i consigli per allattare al seno questo è da tenere sempre ben presente, soprattutto se si è mamma per la prima volta.
Non serve sapere quanto il bambino mangia a ogni pasto, ma valutare quanto cresce. Il bimbo sta bene e cresce a sufficienza se: recupera il peso neonatale entro due settimane; cresce circa 150-200 grammi alla settimana; fa pipì frequentemente, soprattutto se il neonato non introduce altri liquidi tipo acqua o camomilla; ha scariche di feci due o più volte nella giornata.
Ricorda, non si può fare tutto da sole. È importante non avere paura di aprirsi con gli altri (dal partner alle amiche). Prima di partorire o appena dopo la nascita del bambino, appoggiati a figure di riferimento: l’ospedale, il pediatra, le associazioni di volontariato e il consultorio di zona.