Il reflusso gastroesofageo è un disturbo abbastanza comune tipico dell’esofago. La sua frequenza però non è sempre sintomo di gravità.
Il sintomo più comune è il bruciore, a livello dello stomaco o dietro lo sterno; ci possono anche altri sintomi aspecifici, come raucedine o tosse cronica. Esistono numerose cause di reflusso gastroesofageo. Il sovrappeso, soprattutto se caratterizzato da depositi di grasso addominale, può avere un ruolo importante. Infatti, l’accumulo di grasso comporta un aumento della pressione all’interno del compartimento addominale e quindi dello stomaco, che tende a spingere il contenuto gastrico verso l’alto. Altre condizioni che possono contribuire alla malattia da reflusso gastroesofageo sono rappresentate da: fumo di sigaretta, alcune malattie neurologiche autoimmuni, assunzione cronica di alcuni farmaci, stress. La malattia da reflusso gastroesofageo può comportare delle complicanze quali esofagite, ulcera esofagea, pertanto è importante rivolgersi al proprio medico per effettuare una diagnosi, indagare le cause e valutare la necessità di intraprendere una terapia farmacologica.
Questo disturbo può essere controllato attraverso un’adeguata dieta alimentare, utile in caso di prevenzione oltre che di terapia.
Partiamo con le regole fondamentali, perchè anche comportamenti e alimenti “scorretti” possono predisporre o aggravare la sintomatologia da reflusso, aumentando l’acidità gastrica e/o favorendo il rilascio dello sfintere esofageo inferiore.
- Evitare i pasti abbondanti, preferendo pasti piccoli e frequenti.
- Privilegiare un’alimentazione a basso contenuto di grassi.
- Evitare cibi e bevande troppo calde o troppo fredde.
- Evitare l’assunzione di abbondanti quantità di liquidi durante i pasti, gli stessi vanno sorseggiati lentamente nel corso della giornata.
- Mangiare lentamente, masticando con calma i bocconi.
Sì alle carni bianche e magre utili anche per dimagrire un po (pollo, tacchino, vitello e coniglio); da evitare le carni grasse, affumicate e gli insaccati (sono tollerati il prosciutto e la bresaola). Cereali integrali, frutta e verdura (almeno una porzione a pasto nei casi più gravi prevalentemente cotta o centrifugata), acqua (non meno di 1,5 litri al giorno). Pesce: branzino, sogliola, orata, merluzzo (limitare il consumo di pesci grassi come salmone, capitone, anguilla). Molluschi e crostacei (consumo limitato massimo 1 volta a settimana). Olio extra-vergine di oliva a crudo.
Da evitare cibi fritti, piatti già pronti (perché per la loro preparazione sono spesso utilizzati molti grassi). Salse con panna, sughi con abbondanti quantità di olio, margarina, burro, strutto dolci con creme. Carni molto cotte: stracotti, gulasch, bolliti, ragù. Grasso visibile della carne e degli affettati. Superalcolici.
Invece basterebbe solo ridurre al minimo le dosi di caffè, tè, aglio, cipolla, menta, anice, cioccolato, agrumi e succo d’agrumi, pomodoro (soprattutto crudo) e succo di pomodoro.
Vino (massimo 2 bicchieri al giorno per i maschi, 1 per le femmine).
REGOLE COMPORTAMENTALI
- Smettere di fumare. Fumando s’ingerisce una notevole quantità di aria, che può favorire il reflusso.
- Evitare di indossare cinture o abiti molto stretti in vita perché aumentano la pressione sull’addome, facilitando il reflusso.
- Evitare di sdraiarsi subito dopo i pasti. Dopo mangiato, bisognerebbe aspettare almeno due o tre ore prima di coricarsi.
- Evitare di svolgere attività fisica a stomaco pieno, soprattutto se si tratta di esercizi che impegnano la muscolatura addominale.
- Alzare la parte anteriore del letto di 10-15 cm: aiuta a mantenere l’esofago in posizione verticale anche quando si è sdraiati e impedisce la risalita di materiale acido dallo stomaco, evitare, invece, di utilizzare pile di cuscini, perché così facendo si assume una posizione che incrementa la pressione sull’addome.
- In presenza di sovrappeso/obesità: ridurre gradualmente peso e la circonferenza addominale, attraverso un’alimentazione ipocalorica equilibrata ed un regolare esercizio fisico , sempre sotto controllo medico.