L’Italia è il secondo Paese Europeo per incidenza di osteoporosi (14%) dopo la Germania (18%); interessa una porzione elevata della popolazione globale italiana soprattutto di sesso femminile, e presenta un tasso di crescita proporzionale al crescere dell’età. L’incidenza dell’osteoporosi è infatti in aumento facendo emergere l’allarme per una grave pandemia silenziosa che va quindi trattata come una patologia di priorità sanitaria e sociale. Dopo una certa età, una lenta perdita di minerali dall’osso è normale, o meglio fa parte delle numerose modificazioni che il nostro organismo subisce con l’invecchiamento. Se questa perdita è eccessiva e la massa ossea scende al disotto di determinati livelli .
Una corretta prevenzione, sia primaria che secondaria, dell’osteoporosi è possibile: dall’adozione di corretti stili di vita, fino al corretto percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale per tutte le persone che ne sono affette.
Vediamo cos’è l’osteoporosi:
L’osteoporosi è una malattia sistemica dello scheletro, caratterizzata da una ridotta massa ossea e dal deterioramento della microarchitettura del tessuto osseo, con conseguente aumento della fragilità e predisposizione alle fratture, soprattutto dell’anca, della colonna vertebrale e del polso.
Come si arriva all’osteoporosi
In sintesi, il rischio di arrivare all’osteoporosi è il risultato della combinazione di tre fattori:
– | il “picco di massa ossea”, il nostro capitale osseo raggiunto intorno ai 25-30 anni |
– | la velocità con cui procede la perdita di massa ossea che inevitabilmente inizia fra i 40 e i 50 anni, e in particolare, per le donne, a partire dalla menopausa |
– | la durata di questa perdita, che ovviamente dipende dalla longevità dell’individuo, e che nelle donne è tanto più lunga quanto più la menopausa è precoce |
Un corretto programma di prevenzione – basato su una dieta corretta e su una regolare attività fisica – può modificare sensibilmente i primi due fattori, e quindi ridurre significativamente i rischi di fratture ossee da osteoporosi.
L’osso è un tessuto vivo e complesso che si modifica continuamente e continuamente si ripara. Tale processo è denominato “rimodellamento osseo” .
Questa continua attività di trasformazione e rimodellamento ha lo scopo di rendere le ossa più idonee alle esigenze funzionali delle varie età.
Vi sono infatti processi di edificazione di nuove cellule ossee nelle zone dell’osso che vanno irrobustite e processi di demolizione nelle zone che possono essere alleggerite.
Inoltre ci sono anche altri fattori:
- storia familiare di osteoporosi;
- magrezza;
- età avanzata;
- menopausa precoce o indotta chirurgicamente;
- periodi di amenorrea;
- anoressia nervosa;
- scarsa assunzione di calcio con la dieta;
- uso di alcuni farmaci, quali i cortisonici e gli anticonvulsivanti;
- bassi livelli di testosterone nei maschi;
- stile di vita sedentario;
- fumo di sigaretta, abuso di alcol.
L’osteoporosi è una malattia difficile da riconoscere: il più delle volte non dà nessun segno di sè. Per questo è stata definita il “ladro silenzioso”, perché ruba per anni, senza farsene accorgere, il calcio del nostro osso. Solo in alcuni casi, l’osteoporosi può accompagnarsi a dolore osseo, che però spesso si confonde e si associa con i dolori determinati da un’altra malattia molto frequente negli anziani, l’artrosi.
Il dolore legato a queste due patologie è comunque abbastanza diverso.
Infatti nel caso dell’artrosi il dolore compare, nelle articolazioni colpite, soprattutto la mattina quando ci si alza dal letto, oppure dopo un certo periodo di immobilità (es. dopo aver passato un certo tempo sdraiati o seduti in poltrona), e tende a ridursi o scomparire con la ripresa del movimento.
Invece il dolore dell’osteoporosi è un dolore o senso di pesantezza alla schiena (in genere nella regione lombare) che compare dopo che si è stati a lungo in piedi, e scompare rapidamente sdraiandosi.
In presenza di fattori di rischio, o comunque verso i 65 anni, è consigliabile sottoporsi a una misurazione della propria “densità minerale ossea” con la MOC.
La MOC DXA è oggi considerata l’esame più attendibile per la diagnosi di osteoporosi.